La diffusione della fatturazione elettronica nel mondo è strettamente legata alla lotta all’evasione fiscale: i paesi che introducono l’obbligo sono quelli a maggior tasso di evasione. E lo strumento funziona. Vediamo perché.
Emblematico il caso del Portogallo, che oltre all’Italia è l’unico paese europeo ad avere l’obbligo di fattura elettronica (anzi ha introdotto con diversi anni di anticipo la e-fattura per tutte le transazioni), e per il quale, secondo le analisi della commissione Ue, la e-fattura è stata lo strumento più efficace per uscire dalla crisi finanziaria 2008-2012. Nel resto del mondo, i paesi in cui la fattura elettronica è maggiormente sviluppata sono quelli sudamericani, e anche in questo caso lo strumento, si legge in un’analisi della Fondazione nazionale dei commercialisti, ha l’obiettivo di «migliorare il controllo fiscale» e «mitigare gli elevati tassi di evasione», e ha raggiunto i risultati previsti. Vediamo, con l’aiuto del sopra citato studio della Fondazione commercialisti, una mappa ragionata della fatturazione elettronica in Europa e nel mondo.
Fatturazione elettronica in Europa
La situazione generale è così sintetizzabile: i paesi europei o non hanno nessun obbligo particolare di fatturazione elettronica, oppure hanno introdotto (per lo più negli ultimi anni), un obbligo limitato alle operazioni nei confronti della pubblica amministrazione. Come detto, oltre all’Italia, l’unica eccezione è rappresentata dal Portogallo, che ha introdotto l’obbligo il 24 agosto 2012, utilizzandola efficacemente in chiave antievasione nel corso della crisi finanziaria internazionale seguita al fallimento di Lehman Brothers nel 2008. La legislazione europea prevede che la fatturazione elettronica, in tutti i paesi, debba essere considerata un’opzione. L’unico obbligo è previsto per gli appalti pubblici, con tutti i paesi che dovranno adeguarsi entro il prossimo 27 novembre 2018. Per introdurre l’obbligo, bisogna quindi chiedere una specifica deroga a Bruxelles (concessa all’Italia in vista del 2019). Considerato che numerosi Paesi membri, si legge nel report, hanno anticipato ed
esteso gli obblighi oltre il perimetro applicativo delle transazioni B2G (business to government, ovvero verso la pubblica amministrazione), anche grazie «alle moderne tecnologie digitali, le quali permettono, attraverso tale sistema di fatturazione, una più tempestiva attività di verifica, accertamento e controllo delle frodi Iva, non è azzardato ritenere ormai avviata una vera e propria corsa a sistemi obbligatori di fatturazione elettronica implementabili tramite autorizzazioni in deroga». Fatta questa premessa, vediamo in tabella quali sono i paesi che non hanno nessuna regolamentazione specifica e quelli che invece hanno introdotto l’obbligo verso la pubblica amministrazione.
Paesi senza regolamentazione specifica | Paesi con obbligo di fatturazione elettronica B2G |
Bulgaria | Austria: dal primo gennaio 2014 |
Cipro | Belgio: dal 2018, per operazioni sopra i 135mila euro. Obbligo per tutte le operazioni verso la Regione nelle Fiandre, dal 2017 |
Grecia | Croazia: dal 28 febbraio 2016 |
Irlanda | Danimarca: dal primo febbraio 2005 |
Lettonia | Estonia: dal primo marzo 2017 |
Lussemburgo | Finlandia: dal primo gennaio 2010 |
Malta | Francia: introduzione progressiva dal 2017 al 2020, in base al numero di dipendenti |
Polonia | Germania: dal 4 aprile 2017 per alcuni settori della pa, per tutta la P in due step 27 novembre 2018 e 27 novembre 2019 |
Regno Unito | Lituania: dal primo luglio 2017 |
Slovacchia | Paesi bassi: dal primo gennaio 2017 verso lo stato centrale, per tutte le pa dal 2019 |
Ungheria | Repubblica Ceca |
Slovenia: dal primo gennaio 2015 | |
Spagna: dal 15 gennaio 2015. Opzione fattura cartacea sotto i 5mila euro | |
Svezia. solo verso il governo centrale, dal primo luglio 2008 |
Fattura elettronica nel mondo
Come detto, la zona del mondo in cui la fatturazione è maggiormente diffusa è l’America Latina. Negli Stati Uniti invece l’adozione della modalità digitale è recente (ma c’è un sistema fiscale che non prevede l’IVA, per cui non c’è l’esigenza della fatturazione elettronica per recuperare gettito), i paesi asiatici sono ancora in fase iniziale, in Africa solo il Sudafrica ha già un sistema avanzato in questo senso, Australia e Nuova Zelanda stanno lavorando sulla compatibilità dei sistemi informatici. Infine, nei paesie dell’est Europa che non fanno parte della Ue in genere la e-fattura è opzionale. Vediamo meglio.
In America Latina i tre paesi pionieri sono Cile, Messico e Brasile. Non solo la fatturazione elettronica ha una diffusione di massa, ma si stanno sviluppando altre procedure di contabilità elettronica basata su un’unica piattaforma gestionale condivisa dalle imprese. Il sistema consente allo stato di conoscere in tempo reale tutte le operazioni effettuate (il controllo, quindi, non riguarda solo l’IVA ma l’intera amministrazione dle sistema produttivo). La fatturazione elettronica è obbligatoria anche in Argentina e in Perù, la Colombia la introdurrà a partire dal 2019.
Come detto, gli Stati Uniti sentono meno l’esigenza di digitalizzazione della fattura che non è un documento necessario per liquidare l’imposta indiretta (che non è l’IVA, ma una sales tax che ha un meccanismo diverso). Nel 2018 è comunque iniziato l’obbligo per le operazioni verso l’amministrazione pubblica.
In Asia la fatturazione elettronica è poco diffusa per ora. La Cina sta iniziando a imporla ad alcune grandi imprese, stessa situazione in Indonesia, ma in entrambi i casi i risultati non sono positivi. I paesi in cui si registra un maggior utilizzo della fatturazione elettronica sono Singapore, Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud.
In Europa dell’Est la fatturazione elettronica è opzionale in Russia e Turchia.
L’articolo La fatturazione elettronica in Europa e nel mondo: il confronto proviene da Agenda Digitale.